Parola tipica del mio vocabolario che racchiude diversi stati d'animo, come svogliata, triste, preoccupata, nervosa, demoralizzata.
Non sono una che si mette a far bilanci, ma invariabilmente non riesco a non fare il raffronto tra dov'ero un anno fa e dove sono oggi.. e il problema è che non mi sembra di essere andata avanti, ma di essere ancora lì, ferma.
Certo, rispetto a un anno fa non sono esaurita e questo è già un qualcosa.. sono riuscita ad uscire da uno stato emotivo e nervoso patologico, tuttavia questo non è sufficiente per poter dire di stare bene, perchè i pensieri e i problemi sono sempre gli stessi e stanno lì, ma soprattutto, e questa è la cosa peggiore, non riesco a vederne la soluzione.. o almeno, una che sia percorribile.
E poi penso anche alla situazione economica del nostro paese, alla famosa "crisi": non ci ho mai capito nulla nè di politica nè di economia, però la preoccupazione la sento, così come mi sento meno "leggera" all'idea di spendere, pur non vivendo in uno stato di disagio economico.
Mi guardo attorno, guardo i nostri amici coetanei (30-35 anni) e mi ritrovo a pensare che io e mio marito, pur non guadagnando oggettivamente grandi cifre, siamo tutto sommato "messi bene", magari rispetto all'amico ingegnere ma cassintegrato, al collega avvocato ma "dipendente" che quindi guadagna meno di un impiegato, o l'amico che vive col contrattino a progetto, o l'amica che dopo anni di stage gratuiti e semigratuiti si ritrova a trent'anni col contratto di apprendistato e tanta grazia che glielo hanno fatto.. e di esempi potrei farne ancora tanti.
Mi rendo conto che potrei usare la pergamena della mia laurea e quella del mio master per avvolgerci il salame, perchè nulla di tutto quello che ho studiato ha un minimo riscontro o utilità o attinenza col mio lavoro attuale, e vedo che questo vale per tanti: oggi, lavorare nel settore per il quale uno ha studiato, è un lusso.
Anzi, a ben guardare, il vero lusso è lavorare, tout court.
E' frustrante, non sapete quanto.. anni di studio, di impegno, di sogni e di aspirazioni, sacrificati di fronte a un lavoro che "sei già fortunata ad averne uno". E la cosa più frustrante è che è vero.
Potrei dirvi che, per quanto prematuro, penso anche alla questione pensionistica, nel senso che ora della mia pensione probabilmente avranno innalzato il limite a 100 anni e io sarò bella che morta, che i soldi che sto pagando mensilmente per il riscatto degli anni di laurea sono probabilmente buttati nel cesso.
E in tutto ciò, probabilmente sono anche fortunata, perchè se già 6 anni fa non era facile trovare lavoro, mi rendo conto che oggi, per un giovane laureato che ci si affaccia, lo è ancora meno, e non lo invidio per nulla.
E in più, anche se mi rendo conto che è una cosa frivola, sono ingrassata di nuovo e non riesco a dimagrire.. detta così capisco che è una cazzata, la questione è che negli ultimi 6 anni ho messo su tanti, troppi, kili, dovuti nemmeno a una golosità smodata quanto alla tristezza, alla rabbia, al nervoso, ai problemi che sembravano più lievi se guardati dal frigorifero o con una pizzetta in bocca.
Generalmente mi guardo allo specchio e non mi riconosco.
L'immagine che ho di me nella mia mente, quando "mi penso" è come sono sempre stata, "giusta" nei miei 55 kili... l'immagine che mi restituisce lo specchio invece è quella di uno scaldabagno.
Anche se a volte mi sento più una mucca.
Bon, e dopo avervi sicuramente risollevato lo spirito, muuuuu a tutte.